mostra “LA T/N RAFFAELLO, ULTIMA MERAVIGLIA DEL CANTIERE SAN MARCO”

Inaugurazione della mostra “LA T/N RAFFAELLO, ULTIMA MERAVIGLIA DEL CANTIERE SAN MARCO” che si terrà al Magazzino 26, area biblioteca del Museo del Mare di Trieste il giorno 20 giugno 2025 alle ore 11.00.

La mostra, allestita dalla Nostra Associazione con materiali dei propri archivi, desidera ricordare il sessantesimo anniversario della consegna della Turbonave Raffaelloda parte del Cantieri Riuniti deIl’Adriatico – San Marco di Trieste alla Società armatrice ITALIA DI NAVIGAZIONE attraverso un percorso iconografico che percorre tutte le fasi di questa imponente realizzazione delle maestranze triestine, dal progetto, l’impostazione, l’avanzamento dei Iavori sullo scalo, la cerimonia del varo,  I’allestimento, I’arredamento interno, le prove in mare, la presentazione al pubblico alla Stazione Marittima di Trieste, il viaggio inaugurale, iniziato a Genova il 10 luglio 1965, la vita di bordo, sino alla sua prematura e triste fine, disarmata nel 1976  e  ceduta alla Marina Militare imperiale iraniana come alloggio galleggiante nella base di Bushir, dove, al largo ella stessa, affonda a seguito di vicende belliche e dove tuttora giace il suo relitto.


Carissimi Amici,

abbiamo il piacere di segnalarVi l’uscita della nuova opera del Nostro Socio Ing. Decio Zorini, al quale sono stati forniti alcuni materiali del ns. archivio.

Si tratta del libro intitolato “L’ESPANSIONE ITALIANA IN A.O.” edito da IBN Editore.

Ringraziamo l’Autore per averci donato una copia del libro che verrà inserito a pieno titolo nella nostra biblioteca.


Il Nostro Presidente Dario Tedeschi ha presentato due nuovi modelli che si inseriscono nella serie al galleggiamento, in scala 1/500,  dedicata alle unità della Nostra Marina Militare dal dopoguerra ai giorni nostri a disposizione della Nostra Associazione.

Il primo modello riproduce il Cacciatorpediniere Conduttore “SAN MARCO”. Si tratta di un’ unità entrata in servizio il 01/01/1956. Originariamente era stato impostato il 11/05/1940 presso i Cantieri di Castellammare di Stabia, come incrociatore leggero della Classe “Capitani Romani”, con il nome di Giulio Germanico. Varato il 26/07/1941, il 09/09/1943, giorno seguente all’armistizio,  ancora in allestimento, seppur moltoavanzato, venne catturato dai Tedeschi ed autoaffondato il 28/09/1943 al loro ritiro dal porto campano. Successivamente, recuperato dalla Marina italiana, denominato provvisoriamente F.V. 2, iniziò nel 1953, sempre presso i cantieri che lo avevano varato, dei profondi lavori di ricostruzione, su nuovo progetto, che ne fecero un’unità praticamente nuova. Lo scafo rimase invariato, cosi come venne mantenuto l’originario potente apparato motore a vapore.  Alle prove esso erogò una potenza di 105.000 HP con una velocità pari a 39,7 nodi.  La lunghezza della nave f.t. era di 142,18 m., ll dislocamento a pieno carico era pari a 5.257 Tonn.

Variato invece il suo armamento che risultò essere costituito da 6 cannoni a.n. e a.a. da 127/38 in 3 torrette binate , 24 mitragliere da 40/56 in 4 impianti quadrinati e 2 impianti binati, tutti di provenienza americana, mentre la parte antisom venne realizzata in Italia e comprendeva un mortaio lancia b.a.s. triplo a lunga gittata tipo Menon, installato ad estrema proravia del cassero, 4 lancia b.a.s.tipo Menon laterali centro poppieri ed uno scarica bombe poppiero. Logicamente, all’altezza dei tempi, era la dotazione elettronica di scoperta, direzione di tiro e telecomunicazioni.

Il San Marco ed il gemello San Giorgio, con questo complesso di caratteristiche, risultarono due delle navi migliori della rinata Marina italiana. Venne intensamente impiegato, spesso come sede di comandi complessi divisionali, anche in alcune lunghe crociere negli Stati Uniti e nord Europa.

Mentre il San Giorgio subirà nel 1963 un’ulteriore modifica, tale da farne un’ unità destinata anche alle funzioni di Nave Scuola, il San Marco verrà radiato il 13/03/1972 e successivamente demolito a Brindisi.

Nella mia serie di navi dedicate alla Marina post-bellica, nel ormai lontano 1974, avevo riprodotto il San Giorgio nella sua ultima versione e non avevo mai riprodotto la versione originale di queste belle navi, lacuna ora colmata con il San Marco.

Il secondo modello riproduce il “CASTAGNO”, entrato in servizio nel 1955, una delle 6 unità della originaria classe di dragamine tipo Alberi, trasformata a metà degli anni ottanta in Cacciamine, in attesa delle nuove classe “Lerici”. L’intervento comportò, oltre che ad una parziale ricostruzione delle sovrastrutture, la sostituzione del sonar originale con un moderno impianto di ricerca e classificazione delle mine AN/SQQ 14, unitamente a nuovi radar e ad un sistema di radionavigazione evoluto che permetteva il tracciamento automatico della rotta e dei contatti subacquei.

Questa unità, così trasformata,  assieme ai gemelli Loto e Frassino e alla Nave appoggio Cavezzale, inquadrate nel 14° Gruppo Navale, nell’agosto 1984, parteciparono alle operazioni di sminamento delle acque a sud del canale di Suez, su richiesta del Governo egiziano, per permettere il sicuro transito in quelle importanti acque alle navi mercantili. Rimase in servizio sino al 1995, anno in cui venne ceduto alla Marina ellenica dove assunse il nome di ERATO.


Piaggio P 180 “AVANTI” II

Carissimi Amici,

ieri il Nostro Socio Paolo Marotta ci ha presentato la sua ultima esecuzione modellistica- Si tratta del modello, realizzato in scala 1/72 del velivolo Piaggio P 180 “AVANTI” II.                                                            

 ​Il P180 Avanti II è un velivolo da trasporto leggero a medio raggio. Unico esemplare in dotazione alla Guardia Costiera ( 12-01 M M 62274 ), viene prevalentemente impiegato per il pattugliamento ed il monitoraggio dei flussi migratori che interessano il bacino Mediterraneo.

All’occorrenza il velivolo può essere allestito in configurazione per trasporto logistico nonché per il trasferimento di traumatizzati (MED). 

Il P.180 nasce come aereo da trasporto executive da 6 o 9 passeggeri (a seconda dell’allestimento), progettato e costruito dall’italiana Piaggio Aerospace. L’Avanti è spinto (letteralmente) da due motori turboelica installati sulle ali rastremate in posizione arretrata, l’impennaggio a T e le ali anteriori dotate di ipersostentatori costituiscono le altre due superfici portanti.
Questa particolare configurazione delle superfici alari, brevettata con il nome “Three-Lifting-Surface Configuration” (3LSC), consente a tutte e tre superfici di fornire portanza, a differenza di quanto accade negli altri velivoli.

Altre Forze Armate ed Enti dello Stato sono dotate di P 180 Avanti, dei quali: Esercito (3 esemplari), Aereonautica Militare (15 esemplari),   Corpo dei Vigili del Fuoco (2 esemplari), Polizia di Stato (3 esemplari), Carabinieri (2 esemplari), Guardia di Finanza (2 esemplari), Protezione Civile (2 esemplari) ed ENAV (4 esemplari attrezzati per radiomisure). Questi velivoli sono configurabili in versione solo passeggeri, in versione da trasporto, in versione da trasporto medico o in combinazioni tra queste versioni; alcuni sono stati modificati con l’installazione di apparati di sorveglianza FLIR ad infrarosso per meglio assolvere ai compiti degli utilizzatori.

Attualmente presso la base di Catania sono assegnati 7 elicotteri AW 139,  2 ATR-42 eun P180che, in caso di necessità, possono essere rischierati temporaneamente presso altre basi

Le sue caratteristiche sono ;

Dimensioni: lunghezza 14,4 m (47,3 piedi).

Apertura alare: 14 m (46 piedi)

Motore: 2 ×turboelica Pratt& Whitney Canada PT6A-66B, 630 kW (850 shp)

Velocità massima: 740 km/h (460 mph, 400 kn) Crociera ad alta velocità

Velocità di crociera: 589 km/h (366 mph, 318 kn) Crociera a lungo raggio

Carburante: capacità, 1.271 kg (2.802 lb)

Peso massimo al decollo: 5.488 kg (12.100 lb)

Peso a vuoto: 3.799 kg (8.375 lb).

Raggio d’operazione/autonomia: 2.830 km

Il modello si inserisce perfettamente nella Nostra collezione dedicata ai velivoli ed elicotteri della Marina Militare Italiana ed è esposto presso la Nostra Sede. Vi allego alcune foto della bella realizzazione.


Passera di Lussino

Carissimi Soci e Amici, con molto piacere condivido le immagini dell’ultimo progetto realizzato dal nostro socio e amico Zeljko Skomersic, si tratta di una “Passera di Lussino” eseguita in scala 1:10, le nostre congratulazioni per il bellissimo lavoro. 

Il modello può essere ammirato, assieme ad altri bellissimi modelli sempre da Zeljko realizzati nonché moltissimo e interessante materiale storico, presso la mostra permanente presente all’interno del “Centro di interpretazione del patrimonio marittimo dell’isola di Veglia” da Zeljko ideato e gestito a Veglia/Krk.


Motoscafo Bora 3

Il Nostro amico Alessandro Skerlj ci ha sorpreso con una novità modellistica e che abbiamo il piacere di farVi notare.

Ha presentato il modello, eseguito in scala 1/25, del Motoscafo “BORA 3”, prodotto dai Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone nel 1962. Era un’ imbarcazione costruita in vetroresina con una lunghezza di m.9.05, larghezza di m.3.05 ed era propulsa da due motori BPM Artic da 157 HP ciascuno.

Questo modello si aggiunge alla bella collezione delle imbarcazioni da diporto prodotte dal Cantiere di Monfalcone, all’epoca all’avanguardia in questo genere di realizzazioni, a disposizione della Nostra Associazione.



R.N.“AFFONDATORE”

Carissimi Amici,

ho il piacere di inviarVi questo messaggio con la recensione di un’ulteriore novità che incrementa il nostro parco modellistico.

Il modello da me da poco completato, eseguito in scala 1/200, rappresenta la R.N.“AFFONDATORE”,  Ariete corazzato a torri, costruito in Inghilterra dal Cantiere Navale Millwall di Londra. Venne consegnato, non del tutto completo e pronto alla Regia Marina il 6 giugno 1866, per unirsi alla flotta in previsione della guerra contro l’Austria e venne rapidamente trasferito ad Ancona. Nella versione originale aveva un dislocamento a pieno carico di 4.540 Tonn., una lunghezza f.t. di 93,8 m., una larghezza di 12,2 m. ed un’ immersione di 6,5 m. La propulsione era assicurata da una motrice alternativa di 2.700 HP, alimentata da otto caldaie a carbone, che imprimeva una velocità pari a 12 nodi, con un’ autonomia di 1.647 miglia a 10 nodi. Il suo armamento era costituito da un pronunciato sperone in ferro forgiato e da due cannoni da 254 mm. Lo scafo, in ferro, era protetto da una cintura corazzata dello spessore di 127 mm. che si estendeva rispettivamente per 2,20 m. sopra e 1,20 m. sotto il galleggiamento e da un ponte corazzato di 50 mm. Le torri di artiglieria erano anch’esse protette da una corazza di 127 mm.

La nave fece appena in tempo a partecipare alla battaglia di Lissa il 20 luglio 1866, durante la quale divenne la nave di bandiera dell’Ammiraglio Persano, che ivi vi si trasferì dalla pirofregata Re d’Italia. Nel corso dello scontro, l’unità venne attaccata dal vascello austriaco Kaiser e fra le due navi si ebbe un nutrito scambio di colpi. La nostra unità riportò diversi danni allo scafo e alle altre strutture, mentre il Kaiser subì gravi danni all’alberatura ed alla prora, Mancò del tutto l’occasione dello speronamento, scopo principale di tale unità.

Dopo la battaglia la nave rientrò ad Ancona dove, a causa dei danni e di un fortunale, affondò. Venne recuperata il 25 ottobre e, trasferita a Genova, venne ripristinata e modificata. Il modello la rappresenta in tale veste, che assunse al suo rientro in servizio, nel 1873, con la sostituzione degli alberi originali con un solo albero militare e la costruzione di una vera plancia di comando. Venne utilizzata intensamente sia in acque nazionali sia all’estero sino alla sua radiazione avvenuta nel 1907, dopo una seconda radicale trasformazione.

Come curiosità mi è doveroso ricordare che lo scafo di questo modello era stato iniziato nei lontani anni ’60 dal Sig. Adriano Ivancich, ma mai completato ed abbandonato per più di mezzo secolo!

Vi allego alcune foto di questo modello che si inserisce nella raccolta di modelli delle Unità della nostra Marina Militare e che può essere visto presso la Nostra Sede.

Un cordiale saluto a Tutti

Dario Tedeschi

Predidente


Esplorazione di relitti

Carissimi Amici,

è con gran piacere che Vi invio la recensione di queste singolari realizzazioni presentate in Sede dal Nostro Socio Daniel Germek, archeologo subacqueo, la cui attività comprende l’esplorazione di relitti, la loro accurata rilevazione fotografica e l’elaborazione di stampe tridimensionali eseguite in collaborazione con un team di esperti informatici.

Si tratta, nell’ordine,  della rappresentazione del relitto del P.fo Baron Gautsch, tragicamente affondato per urto contro una mina, il 13 agosto del 1914 al largo di Rovigno, con più di 130 vittime,  definito come il più bel relitto, adagiato sul fondo marino in assetto di navigazione.

La seconda rappresenta quanto rimane del p.fo Gilda, anch’esso affondato per urto contro mina al largo di Salvore il 23 giugno 1915, fortunatamente senza perdite umane.

La terza raffigura il relitto del p.fo Athanassios, ex Santorio affondato il 26 aprile 1941 nella baia di 

Plytra, nel Peloponneso, a seguito di attacco aereo tedesco e parzialmente demolito nel dopoguerra.

Infine la quarta rappresenta il relitto della Torpediniera tedesca TA 35, ex italiana Giuseppe Dezza, affondato da esplosione subacquea al largo di Pola, il 17 agosto 1944. Esso giace sul fondo del mare in due tronconi distanti l’uno dall’altro, quello poppiero in posizione dritta, con presente una parte dell’armamento, mentre il prodiero risulta rovesciato su un fianco.


Land Wasser Schlepper e mini sommergibile MOLCH

Sono giunte diverse novità modellistiche ad arricchire il nostro parco.  Pertanto, abbiamo il piacere di illustrarVi un diorama, eseguito da Paolo Marotta in scala 1/35, presentato in Sede sabato scorso.

Si tratta della riproduzione di un Land Wasser Schlepper, traducibile dal tedesco come “trattore terra acqua”. Fu un progetto dell’esercito tedesco, risalente alla metà degli anni trenta del novecento, ideato per trainare a riva un rimorchio della portata fino a 18 ton. .

Lo sviluppo del mezzo procedette a rilento senza un grande interesse fino alla metà del 1940 quando prese piede l’idea dello sbarco in Gran Bretagna, nel qual caso il mezzo sarebbe stato indubbiamente molto utile, anche se la mancanza di corazzatura e armamento fu molto criticata. Sfumato il piano offensivo, gli esemplari prodotti vennero dirottati sul nuovo fronte con l’Unione Sovietica, tranne un esemplare, che venne assegnato in Nord Africa agli ordini dell’Afrika Korps.

Il mezzo era lungo circa mt. 8,60 alto mt. 3,30 con un peso di t. 12, in acqua poteva raggiungere, senza rimorchio, oltre i 6 kn, sulla terraferma arrivava a 35 km/h con un’ autonomia di circa 150 km., composto da uno scafo a fondo piatto, da una cabina di guida ospitante 3 uomini di equipaggio e un ulteriore vano trasporto posteriore chiuso con la capacità di 20 uomini equipaggiati. Spinto da un apparato motore Maybach HL 120 TRM a 12 cilindri a V con una potenza di 265 hp a 2800 rpm, utilizzato anche per azionare due eliche. L’aria per il motore veniva aspirata dalla torretta sporgente sul tetto dietro la cabina di guida ove era ricavato anche un posto comando/vedetta.

Non risulta che il mezzo abbia mai operato a Trieste

MINISOMMERGIBILE MOLCH

Il mini sommergibile MOLCH (in tedesco tritone o salamandra),  fu costruito dalla AG Weser di Brema, in un totale di 383 esemplari, nella metà del 1944 quando oramai la Germania aveva dato fondo a tutte le risorse. Studiato secondo la tecnologia dei siluri era completamente elettrico, operava con un raggio di operazione costiero ed aveva un’autonomia di sole 35 nm (60 km circa) spinto con un motore elettrico da siluro con una velocità di 5 kn. Lungo mt. 10,80 con un diametro di mt. 1,80 poteva immergersi fino ad una quota massima di mt. 40 di profondità, imbarcava esternamente due siluri mod. G7e da 533 cm., un uomo di equipaggio.

Inquadrati nella K-Verband flottiglie 411 operarono nel mediterraneo dal settembre del 44, di base a San Remo, ma a causa di errori di progettazione e difficoltà di controllo, altissime furono le perdite di mezzi e uomini. A seguito dell’andamento della guerra in Mediterraneo, i restanti mezzi, circa quaranta, furono spostati alla baia di Sistiana (TS), ma non risulta che da questo sito siano state svolte operazioni d’assalto a navigli.

Alla fine di aprile del 1945 i Tedeschi in ritirata affondarono alcuni MOLCH nella baia di Sistiana e misero fuori uso i restanti con cariche di esplosivo; a fine guerra i MOLCH affondati furono recuperati tranne uno che giace sul fondo del mare ad una cinquantina di metri dalla riva di fronte lo stabilimento Caravella, altri due tra quelli a terra danneggiati furono recuperati da Diego De Enriquez per il costituendo Museo per la Pace, altri MOLCH si trovano sparpagliati in vari musei europei.

Il diorama rappresenta il sistema previsto nei vari teatri di guerra ove un trattore avrebbe provveduto all’alaggio e recupero del mezzo.